Ferruccio Cajani



Ferruccio Cajani (1927-2014), di famiglia altoborghese legata alla Milano dei Crespi e degli Jucker, ottimi studi umanistici, medico, odontoiatra e ricercatore in ambito farmacologico e cosmetico, mantiene i legami professionali e culturali con la città dove è nato anche dopo il suo trasferimento in provincia, a Bovisio Masciago, alla fine degli anni ’60 né cessa mai di considerarsi milanese. Dalla metà degli anni ’70 con lucida razionalità e energia comincia a dedicarsi alla scrittura poetica e verbovisuale. Presto vi abbina una esplosiva attività performativa. Auspice Edgar Allan Poe e la sua poetica, stende in rapida successione le raccolte “English poems”, “Squille Belle Squille Eterne e altre composizioni figurate” e “10 Poesie”. “Squille Belle” – il titolo cita un noto testo di Poe, “The Bells” – per tematiche, sequenze compositive e forme, fonovisuali ma anche “figurative”, è un testo fondante. L’autore in queste pagine sperimenta e anticipa sinteticamente gli sviluppi posteriori. “10 Poesie”, libro a cura dello scultore venezuelano Victor Lucena, approfondisce la sperimentazione visuale. Uno stesso testo poetico, scritto in inglese “con intrusione di pochi relitti di altre lingue in fase di regressione dialettale, viene visualizzato in dieci quadri” con varie tecniche pittoriche (dal catalogo “Domopak”, 1987). “Cancellato” il testo, principalmente tramite l’uso del colore, col colore si evidenziano parole/lettere, relitti: si cancellano i versi, si vivificano i “messaggi” ( “be-hold gold”, “lutto di famiglia” ecc.). La raccolta cui il testo appartiene, “English Poems” rimarrà invece inedita fino ai primi anni del 2000, quando sarà pubblicata su ULU-LATE. Nel 1978, assieme a un altro scultore suo amico, Giordano Arzuffi, Cajani comincia a frequentare i corsi di Tadini, Veronesi, Mo, Azuma presso la neoaperta “Nuova Accademia” di Milano. La ricerca autoriale sembra ora risolversi surrealisticamente nella “inventio” del puro titolo. “Vite di Editori” e “Teofania”, definiti libri “abiblici”, in monoesemplare, entrambi del 1978, sono composti da pochissime pagine, le cui campiture cromatiche sono in dialettica con i nastri adesivi colorati. La ricerca di tipo sperimentale visuale/pittorica occupa interamente l’autore, mentre la collabora zione con Arzuffi si fa più intensa. Nello stesso anno i due artisti preparano la mostra di Capoliveri (isola d’Elba). Di Cajani sono presenti le “Poesie Visive”, tratte da “Squille Belle”, e altre composizioni libere, ossia tempere giallo/bianche su cartoncino nero, con scritto lapidario (“go home!”, “vai via ?/!” ecc.) . Un paio di anni dopo, con la partecipazione di Arzuffi, arreda come luogo d’arte il grande appartamento di Varedo (MI), dove va a vivere. Sono prodotti, oltre a varie tele, molte di grandi dimensioni, le sedie e i tavolini di legno dipinti, le tende scritte a colore ecc. Per tutto il decennio successivo la ricerca di tipo sperimentale in ambito visuale/pittorico lo impegna interamente mentre si intensificano le collaborazioni con Lucena e con Arzuffi e le mostre, personali e collettive. Tra le personali citiamo Parole colorate (1983) e Domopak (1987) alla Galleria Vinciana di Milano. Il catalogo omonimo, a cura di Lucena, contiene un breve scritto di Belloli. Le tele si ricoprono di lucente domopak dipinto e graffito o di tese campiture cromatiche e morbidi “cotoni ciclici” ossia assorbenti, tampax e carta igienica. Sono le tele di “Sheperd good”, “Ubi domopak ibi spes”, “Domopak nero”, “Sonnet”, “A ritm etica, “Habeas corpus”…

Dagli anni ’90 Cajani riprende la produzione letteraria. La scrittura continua a esprimersi in forma visuale (è “autografia”: vedi, su ULU-LATE, il suo dialogo teorico Liliana ou la poésie, 2002). “Mille le scritture, una sola la mano”, sia che si scriva a penna o a tempera in raffinate campiture di colore o a computer e la ricerca dell’autore si spinge a esplorare varie modalità per la stessa opera. Quanto all’opera propriamente detta, al suo “contenuto” letterario di idee, “facit indignatio versum”. Sono i racconti del ciclo “Storia di Witulonia” (1990 – 1999) ossia “Storia (recentissima) dell’Italia”, in cui i fatti di cronaca politica vengono metaforizzati e danno spunto e origine a racconti di stampo acrimoniosamente surrealistico-utopistico. È il romanzo neo-surrealista “Come un cadavere ovverossia Morto che parla” (1994 – 1995), dove l’elemento erotico si mescola e alterna all’invettiva di argomento sociale e all’elemento autobiografico. È il romanzo fantastico-utopistico “La Valle del l’Eterna Andata” (1995 – 2003) , in cui torna l’elemento auto biografico, idealizzato e liricizzato. Accanto alla delineazione di una avveniristica società ferocemente autoritaria, si sviluppa un filo narrativo, la vicenda del giovane Leucofilo (alias autore), che è vicenda di iniziazione a Amore e Morte. Nel 1997 Cajani si trasferisce nell’appartamento di Bovisio Masciago che è di sua proprietà e sulle cui superfici (pareti e soffitti) dipinge, assieme alla sua “scuola”, il sardo Caria, affreschi simbolici/figurati, modulazioni di colore, nuove “scritture”. E’ una casa-opera. Lo stesso anno presenta la personale “Non perdete il tram!” a cura di Costanza Ravagnati, assessore alla cultura di Bovisio e con la collaborazione di Michele Ciarla, uomo di teatro. La mostra si svolge nel palazzo Odescalchi, sede del comune, nei cui spazi avviene una vivace performance che coinvolge pubblico e autorità comunali. Vengono prodotte opere a tempera e in polistirolo, manifesti e manifestini, biglietti e timbri, orologi impazziti e immobili dipinti su polistirolo e un catalogo, unicamente verbovisuale.

 



All’inizio del Nuovo Millennio, nel 2000, di seguito alla personale antologica “Non vale la pena di leggere” (catalogo omonimo, manifesto, performance a cura di Michele Ciarla e degli attori e mimi della Compagnia “La Baracca di Monza”)  negli spazi espositivi dell’Associazione culturale milanese “Archivi del ‘900” di Luigi Olivetti,  conosce L  (Liliana Ebalginelli ). Collabora nello stesso anno – principalmente con un manifesto composto con il grafico Michele Riboldi e un proprio canovaccio teatrale – alla mostra  “A!E!I!O!U! Aldo Palazzeschi: 1905-1914”, che L cura per Archivi del ‘900”. La loro collaborazione prosegue con  un’opera a quattro mani, un libro di poesia verbo visuale a computer e a tempera, “Voyage”. Nel 2001 essi fondano la rivista online ULU-LATE (in italiano e inglese), cui collabora il poeta visivo e sonoro Arrigo Lora Totino. La rivista negli anni ha presentato alcuni dei più importanti poeti visivi e sonori e pubblicato molti dei testi letterari di Cajani ancora inediti, anche in versione inglese e/o francese: “Liliana ou la poésie, Dialogo del poema visivo”, “Storia di Witulonia” (alcuni racconti), “La Valle dell’Eterna Andata”, “Belzebù sposo”, “Kubla Khan risanato”, “English Poems” ecc.  Sempre nel 2001 fondano la lilianaebalginelli Editrice, società di fatto che si dedica alla pubblicazione sperimentale di CD fonici e di visual e-books (fino al 2005, anno di chiusura dell’attività). Nel 2006 la collaborazione tra i due poeti e artisti si interrompe per riprendere pienamente nella primavera del 2008. ULU LATE viene diretto dalla sola Ebalginelli mentre Cajani apre il sito LI-GEIA (www.li-geia.com). Qui pubblica propri testi poetici appositamente composti, sperimentando nuove commistioni multimediali di visualità figurativa e scrittura elettronica visiva e di recitazione fonica e performativa, applicate o meno, a una base musicale data. In seguito alla ripresa della collaborazione tuttavia, essi si accordano perché Li-geia sia sempre visibile/ascoltabile da ULU-LATE, come  tutt’oggi avviene.

In contemporanea egli prosegue la elaborazione visuale a computer di “Incudine ai Tropici, romanzo globale”, a carattere erotico-utopistico,  autoedito nel 2008, che Adriano Accattino presenta a Ivrea nel proprio spazio museale. La rielaborazione letteraria e verbovisuale del ciclo “Storia di Witulonia”, cui “Incudine ai tropici” appartiene, continua negli anni successivi con l’autoedizione di “Cristiano Paramore” e di “Amazzonia” . Riprende l’attività espositiva e performativa, su nuovi testi. Grazie alla generale rinascita di interesse per la “poesia visiva” e la comparsa su questa scena di due attive e importanti entità museali – l’una privata al Nord, il citato Museo della Carale Accattino a Ivrea (TO) e l’altra pubblica al Sud, il MACma di Matino (LE), promosso e diretto da Salvatore Luperto – si aprono nuovi spazi per nuovi autori. Cajani prepara due personali, entrambe per il Museo della Carale:  la mostra  “Ferruccio Cajani, Con amore con rabbia” voluta da Adriano Accattino nel 2009  e quella nata da un’idea dello stesso Cajani e poi denominata “Esplodità”, cui parteciparono nel 2010 altri tre artisti – Paolo Brunati Urani, Liliana Ebalginelli e Arrigo Lora Totino –   ciascuno con proprie opere e relativa/e performance/s. Partecipa a importanti collettive tra cui nel 2011 “Di-segni poetici” a cura di Salvatore Luperto e Anna Panareo al MACma di Matino e nel 2014 “Visual poetry” a cura di Giosuè Allegrini e Lara-Vinca Masini allo Spazio per le Arti Contemporanee di Pavia. Proprio i rapporti con il MACma e in particolare con il suo promotore, Salvatore Luperto, Cajani ha inteso lucidamente privilegiare accanto a quelli, saldi, con la Carale di Adriano Accattino. Unico degli artisti settentrionali fu presente nel maggio 2011 all’inaugurazione ufficiale del Museo, facendovi un’apparizione fulminante, l’intero viaggio – in taxi – da Bovisio a Matino e ritorno in un’unica tratta, con la sola sosta di un’ora a Matino stessa. Scopo favoloso la “conquista della Magna Grecia”. A questo scopo tornò nell’estate 2011 con L, che voleva coinvolta nell’impresa. È morto improvvisamente, in circostanze oscure e certamente drammatiche, nel suo appartamento di Bovisio Masciago il 7 aprile di quest’anno. Stava lavorando alla pubblicazione di un nuovo racconto, tratto dal medesimo ciclo “Storia di Witulonia”, avvalendosi della collaborazione di Giorgio Annoni relativamente alla trascrizione su PC del suo testo visivo. Aveva in animo di dare alle stampe “Liliana ou la poésie, Dialogo del Poema visivo” , teorizzazione del principio artistico che in “Voyage” aveva trovato concreta applicazione, nell’italiano originale e nelle versioni in francese e in inglese di Liliana (L) e di Eleonora Vita Heger.Suoi libri sono presenti nell’“Archivio di Nuova Scrittura” di Paolo della Grazia, presso il MART di Trento e Rovereto. Sue opere verbovisuali sono acquisite dal Museo della Carale Accattino di Ivrea e dal MACma di Matino.

 

L     1 novembre 2014

 

La presente nota biografica è stata pubblicata, in forma più sintetica, nella monografia “FERRUCCIO CAJANI, CON AMORE CON RABBIA” di ADRIANO ACCATTINO, Edizioni Museo della Carale Accattino, Ivrea 2009. Dalla stessa fonte sono tratte Bibliografia e elenco Mostre, aggiornate al 2014.

 

contributi critici     di Adriano Accattino / Carlo Belloli / Paolo Brunati Urani / Lorena Giuranna / Eleonora Heger Vita / Carla Lezzi / Arrigo Lora Totino / Salvatore Luperto / Anna PanareoContributi

 

Ferruccio Cajani performer di Michele Ciarla Michele Ciarla

 

io ricordo di Giorgio Annoni / Norma Ronchi / Mirko Rizzi / Vincenzo Pezzella / Fernanda Fedi e Gino Gini / Giuseppe Squarcio / Gio Ferri Io ricordo

 

BIBLIOGRAFIA   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

F e L in A!E!i!O!U! Aldo Palazzeschi ottobre 2000 foto Michele Ciarla

Sulla ruota del nulla, tempera su cartoncino, 70 x 50, 2011, collezione Luperto, foto Giovanni Giangrande

Go and Catch, tempera su cartoncino, 70 x 50, 2011, collezione Luperto, foto Giovanni Giangrande

Chiara e Olimpia vegliano il morto, tempera su cartoncino, 70 x 50, 1997, collezione MACma, Matino

Casa-Opera di Ferruccio Cajani in via Pusterla 13, Bovisio Masciago, Milano, maggio 2014, sala-studio,

particolari degli affreschi, 2 foto di Aurelio Heger e 1 di L