Intervista a Gianamleto Feraboli Sergio Grossi
Renato Rozzi
L Fofi? GF Il soprannome gli era stato
dato dalla madre che chiamava Fili il cane l'altro figlio lo chiamava
Turi. Lo infastidiva che la madre avesse pensato per lui un soprannome
del genere ma non gli dispiaceva che lo si chiamasse così. Come
dicevo era il periodo dell'immediato dopoguerra della rottura di Fofi
con la madre e di quella mia col padre. Fofi dormiva in un magazzino sotto
la Galleria del Corso datomi dal nonno (sopra avevamo una esposizione
di mobili). Non aveva più casa avendo litigato con la madre. L'ho
in mente seduto a un tavolone: disegnava in senso circolare continuando
finchè tutto il foglio era nero o l'immagine era ripetuta mille
volte. Era ossessivo. Era molto colto. Scriveva poesie non erano ancora
poesie visive e prosa disegnava. Per molto tempo ha coltivato sia la poesia
sia la pittura . A Cremona era inserito in un ambiente contestatore di
gente sensa un ghel e senza nessuna visibilità. RR Eravamo un gruppo di amici
che avevano tutti in qualche modo problemi con la famiglia. Avevamo tutti
dei guai oltre alla miseria: nel '46 non c'era lavoro per i giovani dovendo
prima trovare occupazione i reduci. Non avevamo ambizione di formare un
gruppo artistico. Se dopo il fascismo a Cremona si fosse voluto creare
qualcosa di nuovo si sarebbe stati ignorati non solo dai vecchi ma anche
dai colti. Fofi lo è ancora adesso in questo ambiente. Aveva una
cultura grande libera aveva i libri. È ricordato dagli amici coi
quali era a pari nel crescere. Non è noto a Cremona. L'unico di
noi che è diventato famoso è Montaldi con libri come Autobiografia
della leggera (Einaudi) e Milano Corea (Feltrinelli). Questo gruppo contestatore
era molto avanti aveva fatto un salto enorme. Ma nessuno ci aveva insegnato
niente. Fofi ha imparato tutto da solo. Ci siamo fatti da noi contro e
avanti. Contro perché eravamo avanti. La città non ci ha
riconosciuti né noi lo cercavamo né lo cerchiamo ora. Il
nostro gruppo è nato contro ed è restato così. Abbiamo
fondato un Cineclub vedevamo tutti i russi nel '46. Ci siamo 'sciolti'
dopo il '50: ognuno di noi ha preso una sua strada. Fofi è partito
per l'India Sergio per l'America Gianamleto ha lavorato per vent'anni
in Germania come pittore e restauratore di affreschi io sono stato professore
universitario in varie città italiane
Del nostro gruppo facevano
parte gente di sinistra e fascisti. Per noi non contava più questa
distinzione. Dovevamo distinguerci dai comunisti dal rigorismo comunista.
Eravamo fanatici disorganizzati. C'era un elemento fideistico un elemento
di ripudio dell'ambiente cremonese agricolo dominato dai grandi proprietari
terrieri. Detto questo devo fare un passo indietro e parlare nuovamente
dell'ambiente familiare. Il gruppo come ho già detto aveva dietro
famiglie disastrate. Quella di Fofi era esemplare. Al nostro interno c'erano
molte differenze. In comune avevamo i problemi con la famiglia e verso
la società. Erano crollate insieme alle figure dei padri le credenze
dei padri il fascismo. Ci sentivamo ribelli. Ci sentivamo diffidenti nei
riguardi degli adulti. Sentivamo di dover scoprire tutto. Il mondo esterno
ci legittimava. Non contava che qualcuno fosse stato fascista perché
era uno scagato come noi. Come Fofi. Ciascuno arrancava per conto suo
per crescere. SG C'è gente che è
morta senza essere cresciuta. Noi siamo cresciuti perché non abbiamo
avuto l'aiuto dei genitori dei preti dei comunisti dei professori. Non
volevamo nessuno sulla testa. Volevamo Baudelaire. Baudelaire era un mito
per Fofi. E la sua famiglia: il papà era un grande proprietario
terriero (possedeva 4000 pertiche) finanziatore del fascismo locale. Filomussoliniano
aveva dovuto trasferirsi a Como quando Cremona era stata data in mano
a Farinacci. Vendute le terre era diventato con l'appoggio del regime
un grande commerciante di petrolio. Fofi da ragazzo viveva nella ricchezza.
Viveva a Como in una villa con parco popolato di animali esotici (lui
era un cacciatore ma amava teneramente gli animali). Poi la guerra la
miseria. Aveva dietro una famiglia che era stata ricchissima e fino ai
diciotto anni aveva goduto di questa ricchezza. Era diverso da chi era
sempre stato povero. GF Io ho vissuto con lui questo
periodo di miseria. SG A un certo punto nella miseria
della guerra la madre lo mandò a studiare ragioneria. Per tutti
esisteva ragioneria non per il ragioniere Pasotelli. GF Aveva fatto il ginnasio. RR Era portato per le lingue
le imparava subito. Ne gustava il suono. L La madre com'era? RR La madre era una bellissima
donna. Sembrava una creola: molto mora formosa esibizionista eccessiva
in tutto. Una donna della Belle Epoque con le piume di struzzo i cappelli
enormi. Aveva studiato canto ( Fofi diceva di essere stato rovinato dal
punto di vista musicale da lei). Non aveva alcun senso pratico. Quando
arrivavano i soldi del marito si mangiava caviale e salmone e poi più
niente non si mangiava più niente. Del tutto determinante dal punto
affettivo: il padre aveva abbandonato la famiglia. Fofi aveva visto spezzarsi
il rapporto tra padre e madre e ne era rimasto profondamente scosso. RR Anch'io avevo i miei problemi
in famiglia e dovevo confrontarmi col risentimento. Ero 'malato' e 'cattivo'.
Fofi mi ha aiutato perché aveva la capacità di capire gli
altri. Mi ha messo in mano I fratelli Karamazov di Dostoevskij. Tenga
conto che lui aveva un Dimitri in Turi suo fratello. Mi considerava e
per me è stato molto educativo Alioscia. Mi diceva: Te credet mia
che Alioscia sia innucent
Alioscia è molto ambiguo
sei
Alioscia ma non sei ingannevole come lui. Lui era Ivan. Ecco come capiva
il suo dramma familiare. Non aveva risentimenti profondi. Era molto acuto
ma non l'ho mai sentito incrudelire contro qualcuno. Manteneva i rapporti
col padre che da vecchio mi parlava con affetto di lui ma era un violento
un egoista. SG Fofi non era vendicativo.
Ha saputo umanizzare tutto quello che ha toccato. RR Lei dovrebbe sentirlo nella
sua poesia. Io non l'ho capita subito. Mi metteva in imbarazzo: era un
grido non di protesta ma di dolore. Fofi ha risolto la sua disperazione
artisticamente. Non è una idealizzazione la mia. Forse però
ha lasciato il segno il fascino che esercitava sulle donne. Con lo stesso
impeto con cui si innamorava si disamorava. Abbandonava. Gli piacevano
le donne formose. Come la madre
Legga i Karamazov
L La sua passione per il teatro? SG Come è nata questa
sua passione? Era in potenza un attore. La sua poesia matura è
soprattutto il piacere fonico della parola e il piacere di rappresentarla
. A metterlo in contatto nel dopoguerra con l'ambiente teatrale è
stata la sua prima fidanzata: faceva parte di un gruppo amatoriale di
Cremona. All'interno del gruppo di appassionati alcuni avevano fatto scuole
teatrali a Roma ad esempio. Il regista fondatore della Filodrammatica
si proponeva in contestazione col teatro professionale un teatro moderno
e rappresentava autori come Eliot o Pirandello. Era amico di Paolo Grassi.
Suo tramite la Filodrammatica era in contatto col gruppo che avrebbe dato
vita al Piccolo Teatro. Ha avuto sicuramente influenza su Fofi la lirica
della madre. La lirica è enfasi
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