La poesia di Carmen Gregotti

La scrittura poetica di Carmen Gregotti si esaurisce pressochè totalmente nella forma di diario, un diario scisso per la maggior parte in minuti frammenti, sorpresi da flash verbali. Si potrebbe pure congetturare di uno stile aggiornato del crepuscolare inizio novecentesco, riveduto e corretto d'atmosfere contemporanee, periodo che va dal 1970 in poi.Così Giampiero Neri saluta ogni nuovo libro di Carmen: " Il male di vivere della nostra poetessa più snob, fra malinconie gozzaniane e splendori alessandrini". Precipua tecnica, la sua, è quella del sermo interruptus, maturato a suo tempo, tra baci e sopori, dal dotto Enrico Filippini, ma da lei svolto in maggiore aderenza alle dinamiche degli stati d'animo. C'è dunque una predisposta assenza di soluzioni di continuità nel dettato di Carmen, composto di scansioni infraquotidiane, un poema-diario, appunto, di inscindibili discordanze.

Nota biografica. Carmen Gregotti è nata in Piemonte fra la "Campagna d'Africa" e la seconda guerra mondiale. Studi irregolari in Svizzera, Francia, Inghilterrra. Ha organizzato in libreria mostre di manifesti del periodo 1890-1910, di opere di Le Courbusier e altro. Ha diretto una agenzia letteraria e tradotto dall'inglese e francese. E' morta nel 2006. Opere: "Sogni e Chimere",1969, Lerici; "Round Dance",1981, Monogram, Rome; "Attrezzi per la perdita", 1985, Corpo 10, Milano; "Malastrana", 1991, Campanotto, Udine. Presso quest'ultimo editore, il racconto "Località: le dune", 1992; "Piccole Vertigini", 1993 ; "Sconfitti favolosi", 1996; "Scostamenti", 1997, Manni, Lecce; "Scomodo autunno", 2001, Lietocolle-libri, Faloppio; "Fragili tralci di vita" , 2004, Lietocolle-libri.

FERNANDA PIVANO                       Testimonianza


L                 2006 : alcune foto per Carmen Gregotti

da "Round Dance", Monogram, Roma, 1981

 




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